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Intervista a Giada Venturino, autrice di Cronache da Mondi alla Deriva

Immagine del redattore: Giada VenturinoGiada Venturino

Aggiornamento: 6 feb

Riportiamo l'intervista a Giada Venturino, autrice dell’antologia cyberpunk “Cronache

da Mondi alla Deriva” si racconta in un’intervista a cura di Alex G. Delgado e Maurizio Venturino, con la collaborazione di BookTribù.


Giada Venturino con il suo libro

Giada Venturino coltiva dai tempi del liceo una forte passione per la scrittura creativa. Da allora è stata pubblicata nella raccolta di poesie del concorso “Mario Bernardi” nel 2016 e nelle antologie “Fiabe della Buonanotte” e “Mondi Magici”, edite Rudis Edizioni, nel 2021 e 2022. Nel 2023 il suo primo libro “Cronache da Mondi alla Deriva” ottiene il Premio Fantascienza all’8° Concorso Letterario BookTribù, venendo pubblicata dalla casa editrice Booktribù.


Com'è nata l'idea del libro?

Il primo racconto che scrissi, ancora sette anni fa, fu Il Salto. All'epoca non avevo ancora un'idea precisa di come dovesse essere il libro, ma negli anni ho conservato l'ambizione di realizzare una antologia. Fu solo nel 2020 che l'idea di Cronache da Mondi alla Deriva prese veramente forma, fino ad assumere una forma definitiva all'inizio del 2023, quando decisi di partecipare al concorso BookTribù.


Perché hai scelto la formula dell'antologia? E perché proprio il cyberpunk?

La scelta di optare per una antologia di racconti, piuttosto che un romanzo non è stata casuale.

Scrivere racconti brevi mi ha offerto negli anni una libertà creativa che non avrei avuto con un romanzo tradizionale, principalmente perché mi permette di esplorare una vasta gamma di sottogeneri, tematiche e personaggi. Ogni racconto diventa un micro mondo a sé stante, una piccola avventura che cattura l’attenzione del lettore e lo trasporta in luoghi e situazioni diverse ad ogni pagina. Il cyberpunk poi è un genere che mi affascina moltissimo. L'idea di esplorare futuri distopici, di immergermi in mondi pieni di tecnologia avanzata e di fronteggiare sfide epiche in ambientazioni futuristiche ha sempre stuzzicato la mia fantasia. Siamo abituati a immaginare, o meglio desideriamo un futuro dove lo sviluppo tecnologico e scientifico concorre a semplificare le nostre vite. Eppure da sempre ci sono voci che ci mettono in guardia, che ci ricordano che cadere è molto più facile che salire. Cronache da Mondi alla Deriva rappresenta proprio l'idea di viaggiare verso mondi lontani, abbandonati o al limite del collasso.


cyberpunk è un genere nato negli anni 80
A cosa ti sei ispirata per le ambientazioni e i personaggi?

La maggior parte dell'ispirazione è derivata dai miei sogni, perciò credo sia giusto affermare che la principale ispirazione siano stati proprio queste visioni oniriche.

In quasi ogni racconto ho cercato di catturare l'essenza di quei momenti onirici e di trasferirli nella scrittura, nella speranza di poter condividere con voi il mio viaggio attraverso l'immaginazione. Mi affascina l'idea che i sogni possano aprirci porte verso mondi nuovi e sconosciuti, stimolando la nostra creatività e liberando le nostre fantasie più audaci.


Hai preferito lavorare con una scaletta o hai seguito un flusso creativo?

Lavorare su una antologia non è mai un compito facile. La scrittura viscerale, alla Stephen King, poco si adatta ad una struttura a racconti. Me ne sono accorta nella prima stesura del libro: i racconti non avevano alcun filo logico, non c'era un file rouge che facesse da legatura per l'intera struttura. Ogni racconto era troppo "unico" e l'insieme non funzionava e su questo ho lavorato davvero tanto.


Cosa si cela dietro un titolo tanto particolare?

Mentre lavoravo all'antologia, mi resi conto di non avere un titolo. Volevo trovare qualcosa che catturasse l'essenza dei racconti e riflettesse il loro spirito avventuroso.

Riflettendo, mi resi conto che ogni storia è il pezzo di un puzzle più grande. Ogni racconto offre un'istantanea di quel mondo particolare, un frammento delle vite dei personaggi che vi abitano. Attraverso queste "cronache", il lettore ha modo di scoprire i segreti e le avventure che si celano dietro le porte di realtà alternative. La parola "deriva", invece, evoca un senso di instabilità, un mondo che si sta sgretolando o che sta lottando per sopravvivere. Questo richiamo sottolinea la tensione e l'incertezza che permeano le trame, mentre i personaggi cercano di trovare un equilibrio in un contesto in continua evoluzione.


Il libro è stato tra i cinque finalisti dell'8° Concorso Letterario BookTribù e ha vinto il Premio speciale per la Fantascienza. Come ti sei sentita alla notizia?

Quando ho scoperto che ero tra i finalisti non ci credevo. Partecipo a concorsi letterari ormai da anni e mi ero abituata all'idea di non essere adatta a vincere. Poi è arrivata la notizia della finale e quando mi hanno detto che avevo vinto il premio speciale è stata una gioia indescrivibile.

Personalmente lo vedo come un riconoscimento dell'unicità e dell'impatto delle storie raccontate nelle mie pagine. È un onore essere notati tra così tanti talentuosi autori.


Copertina di GvGraphica

Oltre che autrice, sei anche grafica. Infatti, la copertina porta la tua firma. Come descriveresti il tuo lavoro?

Essendo io l'autrice del libro, ho avuto un certo "vantaggio" nella realizzazione della copertina, perché sapevo perfettamente cosa volessi dalla cover grafica. Innanzitutto ho voluto rappresentare un panorama urbano futuristico e decadente, immerso nella pioggia costante. Le luci al neon al centro sembrano creare un tunnel spazio-temporale, simbolo di un viaggio attraverso mondi distopici. Le torri e i grattacieli sfumano nell'oscurità, sottolineando l'atmosfera cupa e disorientante del genere cyberpunk. L'uso di colori freddi e intensi evoca una sensazione di tensione e mistero. Con quest'opera ho cercato di comunicare l'idea di esplorazione di mondi alla deriva e di rimandare ad avventure futuristiche, in cui il viaggio è il filo conduttore tra realtà distorte e orizzonti sconosciuti.


Quali sono i tuoi riferimenti e maestri del genere che consideri fonti di ispirazione?

Ammetto che la mia prima fonte di ispirazione deriva più dal mondo del cinema, che dalla narrativa. Sin da piccola ho sempre avuto una spiccata passione per questo genere, non a caso sono fiera di dire di essere cresciuta a pane e Star Wars/Star Trek. 

Quando raggiunsi un'età più consapevole, cercai di ampliare i miei orizzonti grazie alla narrativa. Probabilmente uno dei primi autori di fantascienza che lessi fu Asimov, con la sua bellissima Trilogia della Fondazione, seguito poi a stretto giro da William Gibson, considerato uno dei pionieri del genere cyberpunk. Una decina di anni fa, complice anche l'uscita del film, scoprii Douglas Adams e la sua Guida Galattica per Autostoppisti. Leggendo i suoi libri capii anche quanto l'ironia potesse contaminare un genere molto serio come quello della fantascienza. Impossibile non citare anche Philip K. Dick, maestro indiscusso della letteratura fantascientifica e autore estremamente prolifico.


Scriverai un sequel?

Dirò una cosa molto impopolare, ma non sono molto amante delle storie che vengono trascinate ben oltre il loro naturale ciclo di vita. Con il libro ho esaurito le Cronache da quei Mondi alla Deriva. Perciò ora preferisco concentrarmi su qualcosa di nuovo ed entusiasmante.


Puoi anticiparci qualcosa?

Nel cassetto ho sicuramente un romanzo urbano fantasy, ispirato alle creature della cristianità, che sto al momento rivedendo in maniera massiccia. Questo sarebbe il primo libro di una potenziale Trilogia. Mentre ho da qualche mese completato la stesura di una nuova antologia di racconti, questa volta puramente fantasy, a cui tengo particolarmente, perché dietro c'è un lavoro enorme e perché sono storie che ho amato scrivere. Chi lo sa quindi cosa ci riserva il futuro.

 
 
 

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