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Lo strano caso della volgarizzazione del marchio

Immagine del redattore: Giada VenturinoGiada Venturino

Aggiornamento: 22 nov 2024

Il fenomeno della volgarizzazione del marchio, noto anche come marchionimia, rappresenta una tendenza curiosa e potente nel mondo del marketing. Alcuni marchi diventano così radicati nell'immaginario collettivo che finiscono per identificare un'intera categoria di prodotto, diventando sinonimi del prodotto stesso. Questa dinamica ha implicazioni profonde sia per la percezione del marchio, che per la sua brand equity. Ma come e perché accade questo fenomeno?


marchionimia nei lego

Cos'è la marchionimia?

La marchionimia è un fenomeno in cui il nome di un brand diventa così prevalente e riconosciuto che viene utilizzato per descrivere genericamente un'intera categoria di prodotti. In altre parole, quando il marchio stesso viene percepito come l’esemplificazione di quel prodotto. È come se il consumatore, invece di pensare a una categoria di prodotti in senso astratto, la collegasse automaticamente a un marchio specifico.


Perché accade questo fenomeno?

Questo fenomeno accade quando un marchio riesce a ottenere una posizione di monopolio mentale nei consumatori. Ciò può avvenire grazie a diversi fattori, come l’innovazione, una forte campagna di marketing o il raggiungimento di un elevato grado di diffusione del prodotto. Il marchio diventa così dominante e riconoscibile che gli altri prodotti della stessa categoria non riescono a competere in termini di riconoscibilità.


Tra i principali motivi che portano alla marchionimia troviamo:

  • Leadership di mercato: quando un marchio è tra i primi a lanciare un prodotto o a diventare leader di mercato.

  • Efficacia del branding: un branding semplice, chiaro e di forte impatto tende a radicarsi più facilmente nella mente dei consumatori.

  • Innovazione e unicità: se il prodotto introdotto è particolarmente innovativo o rivoluzionario, può definire da solo la categoria.


Quali sono gli effetti sul mercato?

La marchionimia può avere effetti positivi e negativi sul marchio. Da un lato, essa permette al brand di ottenere una notorietà elevata e duratura. Il marchio diventa parte del linguaggio comune, aumentando la sua visibilità e rilevanza. D’altro canto, il fenomeno può erodere il valore distintivo del marchio, trasformandolo in un nome generico, con il rischio che il consumatore non lo associ più a un'azienda o a un prodotto specifico, ma a un'intera categoria. Questo può ridurre la brand equity e, in alcuni casi estremi, portare alla perdita del marchio registrato.


Ecco alcuni marchi che sono diventati sinonimi dei loro prodotti:

  1. Post-it: Nati come innovazione di facile utilizzo, oggi il termine "post-it" viene utilizzato per indicare qualsiasi tipo di foglietto adesivo, indipendentemente dal marchio.

  2. Bic: Sinonimo di penna a sfera, "Bic" è diventato parte del linguaggio comune grazie alla sua diffusione globale e semplicità d'uso.

  3. Tupperware: Usato spesso per indicare qualsiasi contenitore di plastica per alimenti, indipendentemente dal produttore.

  4. Scotch: Il nastro adesivo trasparente è quasi sempre chiamato "Scotch", anche quando non è prodotto dall'azienda 3M.

  5. Velcro: Utilizzato per descrivere qualsiasi chiusura a strappo, anche quando non prodotta dall'azienda con lo stesso nome.

  6. Thermos: Questo marchio è diventato sinonimo di contenitore termico per bevande.

  7. Jeep: Il nome, originariamente legato a un modello specifico, è diventato sinonimo di fuoristrada.


La marchionimia è un fenomeno strategico affascinante, che dimostra la capacità di un marchio di andare oltre i confini della sua categoria. Tuttavia, per quanto possa sembrare una vittoria, nasconde rischi insidiosi per la brand equity. Una gestione attenta del marchio e della sua identità diventa cruciale per mantenere l’associazione tra il nome del brand e il prodotto specifico.

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